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Tag: clownterapia

La clownterapia fa bene anche a chi la fa

La clown terapia è quel tipo di attività svolto da volontari intenti a portare il sorriso ai pazienti malati, quasi sempre bambini o anziani. Un compito svolto quasi sempre da volontari, i quali si assumono l’impegno di far sorridere e giocare i piccoli e sorridere gli anziani, facendo passare loro qualche ora spensierata. Ridere fa bene e gli effetti positivi della risata e del buonumore, nella terapia contro le varie patologie, possono essere molto utili, specie in funzione della completa guarigione. Che la clownterapia faccia bene ai pazienti è risaputo, ma risulta che gli effetti positivi si riscontrino anche in chi si occupa di somministrarla ai pazienti. In altre parole anche gli operatori e i volontari usufruiscono di vari effetti benefici derivanti da questa terapia.

 

Quelli della clownterapia: i clownterapeuti

Si presentano negli ospedali, nei centri di cura e nelle cliniche vestiti come dei medici, solo che il camice è spesso colorato. Non indossano maschere, ma quasi sempre basta un naso rosso a portare l’ammalato a distrarsi, seppur per pochi momenti. La clownterapia è una vera e propria disciplina, introdotta dal dottor Patch Adams, che approfondisce le dinamiche che portano al sorriso e le modalità di somministrazione. Indispensabili per chi voglia fare quest’attività, vi è il contatto, la voglia di fare del bene e di mettersi a disposizione per l’altro. A differenza dei clown classici che si vedono in giro, i clownterapeuti non dispongono di palline da gioco e trapezi vari, ma solo di modi creativi di creare intrattenimento per i piccoli degenti. Così facendo si crea un clima di serenità che abbatte le barriere tra il volontario ed il paziente.

 

A cosa serve e come si pratica la clownterapia

La clownterapia serve a portare allegria nelle stanze di degenza o nelle case di riposo. Gli effetti benefici di questa terapia consistono nel fatto che il paziente distolga la mente dalle criticità derivanti dalla malattia che lo affligge.  Per applicare la clownterapia occorre molta creatività, essendo un’attività basata sulla semplice improvvisazione: tutti gli oggetti presenti nella stanza possono diventare oggetto del gioco e fulcro dell’intrattenimento. Tuttavia, a volte basta anche meno; ci sono pazienti a cui basta tenere solo la mano per infondere in loro fiducia e conforto. In sostanza però, il ruolo del clown è preciso: portare il paziente lontano dalla malattia, seppur solo con la mente. Per quanto riguarda l’attività, si mettono in scena piccole gag, storie divertenti o giochi, ma sempre improvvisati. Per fare ciò, i volontari partecipano ad incontri di formazione in cui provano le scene e si scambiano informazioni.

 

Il ruolo positivo del clownterapeuta

Essere un clownterapeuta non è facile. Spesso si ha a che fare con pazienti gravemente malati, in cliniche specializzate od in luoghi in cui sono ospitati malati terminali. Talvolta risulta complesso strappare loro un sorriso ma anche il semplice ingresso in sala. In casi del genere, la risata non è sempre così scontata, ma è proprio quando il lavoro del volontario va a buon fine, che arriva la gratificazione. Il  ruolo della clownterapia è determinante nello scatenare quelle capacità di reazione alla malattia, scatenando perché no, anche la voglia di reagire. Spensieratezza, calore umano, vicinanza; questi sono gli effetti immediati che questa terapia suscita nei pazienti, seppur per pochi minuti a seduta. Tuttavia è stato riscontrato che la clownterapia è positiva anche per chi la pratica. Sono gli stessi volontari talvolta, che ne confermano i benefici sul piano emotivo. In generale i clownterapeuti vanno in ospedale per portare un sorriso e tranquillizzare i pazienti. In queste situazioni assistono spesso a momenti commoventi, partecipandovi direttamente, ed imparano tante cose, tra cui un approccio più diretto e positivo nei confronti della vita.

I benefici della risata per gli anziani

Ridere fa bene ed è un fatto risaputo. Farsi una bella risata per qualche minuto al giorno, può realmente apportare benefici concreti alla salute. Ovviamente gli anziani non sono esenti da questo discorso: anche per loro, l’ilarità è qualcosa di benefico, che comporta un bel po’ di vantaggi. In questo articolo sono indicati i principali benefici che la risata ha sugli anziani.

 

Ridere come arma di prevenzione

Una sana risata aiuta molto, fa bene all’umore e costituisce una vera e propria arma di prevenzione.  Un vero e proprio benessere totale, che porta dei benefici a livello fisico e mentale. Questi elementi così ben radicati nella cultura popolare, trovano salde conferme nelle prove scientifiche che confermano gli effetti positivi del buonumore nella prevenzione dello stress e nell’invecchiamento fisico e mentale. Secondo molti studi effettuati sul tema, ridere vuol dire prendersi cura del proprio umore, il che rappresenta la cura più economica ed efficace per  tutelare la propria salute. Per chi vuole toccare con mano è bene sapere che secondo uno studio della Mayo Foundation for Medical Education and Research, ridere riduce in maniera significativa gli ormoni dello stress. Il cortisolo viene ridotto  del 39%, l’epinefrina del 70% e la dopamina del 38%.

 

Una risata come cura

Ironia, buonumore ed ilarità, sono davvero dei potenti medicinali. Secondo altri studi inerenti i benefici della risata sugli anziani, è emerso che il buonumore e la risata possono essere davvero determinanti contro malattie piuttosto serie come l’Alzheimer o il morbo di Parkinson. Ridere poi, fa bene anche al cervello. È stato osservato infatti, che con la risata calano i livelli di ormoni dello stress nel cervello, favorendo risvolti positivi anche nella memoria e la ricettività, tutti aspetti che non possono far altro che bene al corpo ed al benessere psicofisico di una persona anziana. Altri studi ancora, confermano quanto la cultura popolare già diceva: essere felici aiuta a vivere più a lungo. Il buonumore aiuta e si pone a completamento della concezione di salute, la quale non sarebbe completa senza uno solo degli elementi che la compongono.

 

Perché ridere fa bene? Le reazioni fisiologiche

Sembra ormai palese che ridere faccia bene all’organismo, tuttavia non ci si chiede come mai. Quali sono i meccanismi fisiologici che si innescano con la risata? Secondo alcuni studi gli effetti positivi sul corpo degli anziani sono molteplici:

  1. Aiuta ad aumentare l’ossigenazione nel sangue e funge da regolatore della pressione sanguigna
  2. .Contribuisce a garantire un ricambio totale dell’ossigeno presente nei polmoni
  3. Stimola la produzione di serotonina (ormone della felicità), assieme al contributo di endorfine e anticorpi
  4. Aiuta e rafforza il sistema immunitario, producendo effetti benefici e preventivi contro il rischio di ammalarsi
  5. Stimola il movimento con il quale si attivano 80 muscoli; grazie a una risata migliora quindi, il tono muscolare in tutto il corpo
  6. Aiuta a neutralizzare gli effetti negativi di ansia e stress
  7. Risulta determinante nella diminuzione della percezione del dolore grazie al rilascio di beta-endorfine

 

Quando una risata aiuta a vivere

Molti la chiamano addirittura “terapia del sorriso”: atteggiamento positivo, buonumore, ilarità, sono gli ingredienti fondamentali per l’elisir della longevità. Una sorta di antidepressivo, senza conseguenze o controindicazioni, economico e facile. Ridere per qualche minuto al giorno apporta benefici anche al sistema cardiocircolatorio, infatti, secondo alcuni studi, una risata equivale a dieci minuti di attività fisica. Ridere fa bene ed è una vera e propria cura che deve essere somministrata agli anziani, che dopo la mezza età possono sviluppare qualche sindrome depressiva. Una risata in questo caso può essere terapeutica e preventiva, se applicata nei tempi giusti.