L’importanza della formazione per i clown
La clownterapia è la Terapia del Sorriso. È così rinominata in quanto ciò che deve provocare il Clown Dottore nel paziente dell’ospedale o nell’ospite della casa di cura, dell’orfanotrofio o di qualsiasi luogo nel quale vi sia concentrazione di problematiche sociali o di salute, è proprio il sorriso, col fine ultimo di alleggerire il suo dolore e alleviare il suo malessere.
Gli studi dietro la clownterapia
La Psico Neuro Endocrino Immunologia (PNEI) è un modello unico nel quale convergono endocrinologia, immunologia e neuroscienze per la ricerca e l’interpretazione della salute e della malattia, in una visione dell’organismo umano come unità strutturata e interconnessa, con sistemi psichici e biologici che si condizionano vicendevolmente. Essa studia i nuovi approcci alla prevenzione e alla terapia delle malattie e sottolinea quanto emozioni forti incidano sulla regolazione del sistema nervoso, che a sua volta regola la secrezione di sostanze quali cortisone ed endorfine, le quali a lungo termine influenzano il sistema immunitario. Per questo motivo i sentimenti negativi incidono in maniera tossica sui malanni, mentre quelli positivi favoriscono la guarigione.
La gelotologia infatti, ispirata alla PNEI, studia la relazione tra la risata e la salute, sottolineando quanto ridere aiuti fin dalla prevenzione.
L’importanza della formazione
Appurata perciò l’importanza del sorriso e la capacità dei clown di provocarlo, è chiaro che fare leva sui sentimenti e sulle emozioni altrui, soprattutto in caso di problemi sociali o di salute, non sia qualcosa da prendere sottogamba.
Appare necessario dunque che la figura del clown sia specializzata e formata appositamente per essere inserita in ambiti sociosanitari.
È fondamentale infatti che l’individuo sappia gestire le proprie emozioni, che le conosca, le viva e le condivida. E allo stesso modo è necessario che sia consapevole della propria forza, delle proprie risorse, di quelle della figura che riveste e di quelle di chi lo affianca.
È importante che il clown compia un lavoro su se stesso, affrontando paure e limiti che lo caratterizzano, fino a trasformarli.
È ovviamente obbligatoria una grande dose di empatia, nei confronti non soltanto dei pazienti e di chi gli è accanto, per capire come agire e come non agire, ma anche dei colleghi, per creare un clima di collaborazione, supporto e fiducia.
Il clown deve quindi conoscersi per sapere come reagisce alle circostanze e soprattutto per sapere come comportarsi nei confronti di chi ha necessità del suo aiuto. E, dopo aver compiuto questo fondamentale step, deve apprendere tutte le tecniche base delle clownerie quali improvvisazione, ascolto, personalità, musica, percezione del contesto, relazioni col personale medico, comprensione della struttura familiare e sociale.
Il clown deve perciò creare un equilibrio costante tra intrattenimento, psicologia, empatia, immediatezza e recettività.
Si tratta perciò di un insieme davvero considerevole di skill, giuste per un ambiente nel quale arrangiarsi e improvvisare una vera e propria formazione non è per niente consigliabile.
Maria
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Rosario Mammella
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